“La chirurgia vertebrale robotica è la tecnologia più avanzata disponibile oggi ed è qui per restare.”
Chirurgia vertebrale robotica:
il nuovo standard
Summary
- Chirurgia vertebrale robotica:
il nuovo standard
- Come funziona la chirurgia vertebrale robotica
- I vantaggi della chirurgia vertebrale robotica
- Quali patologie vertebrali possono essere trattate con la chirurgia robotica?
- Dove farsi operare in Italia con la chirurgia robotica spinale
- La tua patologia può essere trattata con la chirurgia robotica vertebrale?
S olo pochi anni fa era un’ipotesi del futuro, oggi si sta avviando a diventare il nuovo standard: quello che offre in un numero sempre crescente di casi e di patologie della colonna la scelta migliore, con il più alto tasso di successo e con un grande insieme di vantaggi per il paziente. La chirurgia vertebrale robotica è la tecnologia più avanzata disponibile oggi ed è qui per restare. Ma attenzione: in tempi in cui si parla sempre più diffusamente di Intelligenza Artificiale e di robot che possono ragionare o agire senza l’intervento dell’uomo, questo non è il caso della chirurgia robotica spinale e in generale della chirurgia robotica in ambito medico. Forse sarebbe meglio dire – come in inglese, dove il termine corrispondente è robot-assisted surgery – che si tratta di chirurgia robotica assistita: il robot in questione resta uno strumento, eccezionalmente avanzato, ma pur sempre uno strumento nelle mani del chirurgo, che è colui che effettua le scelte e le valutazioni del caso, imposta e dirige l’operazione. Per questo la sua conoscenza e la sua esperienza – anche nell’utilizzo dello strumento – restano centrali, fondamentali.
Come funziona la chirurgia vertebrale robotica
Per comprendere la grande innovazione apportata dall’uso dei robot bisogna farsi un breve quadro di come opera e ha operato sin qui la chirurgia vertebrale tradizionale, a cielo aperto. In un intervento tradizionale il chirurgo agisce operando incisioni anche ampie. L’area dell’intervento va spogliata, staccando e recidendo la muscolatura per garantire al chirurgo piena visibilità, e durante tutta l’operazione il medico ha bisogno di ottenere costantemente immagini radiologiche di controllo (come ad esempio nelle procedure che usano la navigazione spinale TAC-assistita), per accertarsi di posizionare esattamente viti e gabbie, esponendo così il paziente a un’alta dose di radiazioni. Posizionamenti e inserimenti vengono realizzati dal chirurgo a mano libera e la cosa richiede ovviamente una precisione altissima. La durata dell’intervento è elevata, anestesia, incisioni e sanguinamenti possono essere importanti e di conseguenza lo sono anche i tempi di recupero.
La rivoluzione tecnologica
L’utilizzo dei robot modifica interamente la procedura operatoria. Prima dell’intervento viene infatti realizzato – con una speciale tecnica radiografica – un modello virtuale tridimensionale della colonna vertebrale del paziente. Questo modello viene acquisito dal robot operatorio che ha così un’immagine precisissima su cui basarsi. Il sistema robotico è poi dotato di uno specifico software che utilizza le informazioni provenienti da alcuni sensori che elaborano la posizione del paziente sul tavolo operatorio riallineandola con il modello 3D che ha immagazzinato, aggiustandola per di più automaticamente in caso di micromovimenti del paziente. In questo modo il robot sa sempre con precisione millimetrica “dove si trova” all’interno del corpo del paziente. È grazie a questa “super-vista” virtuale che è poi possibile intervenire praticando incisioni molto minori e lasciando che il robot indichi il posizionamento dei mezzi di sintesi, che vengono quindi applicati esattamente nel punto precedentemente previsto dal medico chirurgo, rendendo davvero irrisoria la possibilità d’errore. È infatti il braccio del robot che si colloca nella posizione esatta, mentre il chirurgo segue l’operazione controllando il tutto anche su un ampio monitor che riporta tutte le informazioni disponibili.
Il risultato è un’operazione mininvasiva, realizzata con piccole incisioni, che si conclude in un tempo molto minore (con tutti i vantaggi che ne conseguono). Ma soprattutto, grazie alla precisione, è un’operazione che realizza esattamente il progetto d’intervento del chirurgo, il cosiddetto programma preoperatorio, senza variabili legate al fattore umano, riducendo al minimo i margini di errore.
I vantaggi della chirurgia vertebrale robotica
Come si può già intuire da quanto spiegato sin qui, i vantaggi derivati dall’uso di questa nuova tecnologia sono molteplici. Riguardano ovviamente la riuscita dell’operazione e il decorso post-operatorio del paziente, ma coinvolgono anche il chirurgo, la sua équipe e – a ben guardare – la sanità in generale. Esaminiamoli in dettaglio.
Sicurezza e accuratezza
La buona riuscita degli interventi di chirurgia robotica vertebrale rappresenta il primo e più evidente vantaggio. L’uso del robot annulla tutti i problemi derivati dalla fermezza della mano del chirurgo, eliminando il fattore errore dovuto per esempio alla fatica muscolare e alla stanchezza dell’operatore.
Aree più difficili da raggiungere con le tecniche tradizionali diventano di più agevole accesso. Ulteriori nuove tecniche di recente affermazione utilizzabili in chirurgia robotica vertebrale – come la single lateral position, che consente di trattare aree multiple senza dover variare la posizione del paziente – permettono inoltre di accorciare ancor più i tempi.
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Minor durata dell’intervento
La minor durata dell’intervento di chirurgia robotica vertebrale rispetto a quella tradizionale ha una serie di conseguenze importanti.
- Il paziente riceve dosi minori di anestetico. Questo ha ovvie ricadute sui tempi di risveglio e di smaltimento da parte del suo organismo dei farmaci anestetici.
- Il team chirurgico è sottoposto a minore stress ed è meno affaticato. E in più può effettuare più interventi nell’arco di una giornata: e questo è un vantaggio per così dire “sistemico” della sanità tutta, comunque da non sottovalutare, che consente e consentirà in futuro di aumentare il numero di interventi e accorciare i tempi di attesa.
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Mininvasività
La chirurgia vertebrale robotica è mininvasiva per definizione: anzi è se vogliamo la mininvasività portata al suo massimo livello. Con le altre tecniche mininvasive, volte a contenere al massimo il trauma operatorio, condivide tutti i vantaggi, alle quali aggiunge i propri specifici.
Nel loro insieme questi sono i seguenti.
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- Incisioni più piccole, che danno minor sanguinamento e che sono meno lesive della struttura muscolare (le fasce muscolari spesso non vengono recise ma solo spostate).
- I tempi di recupero post-operatorio si accorciano e la funzionalità e il movimento vengono recuperati in minor tempo.
- Il tempo di degenza in totale è più breve. Anche questo è un vantaggio che si riverbera sul sistema: in un dato arco di tempo una struttura ospedaliera può occuparsi di più pazienti.
- Nel complesso è anche minore il rischio di infezioni post-operatorie.
- La tecnologia utilizzata riduce drasticamente l’esposizione alle radiazioni. Se questo vale per il paziente, a maggior ragione vale anche per l’intero staff della sala operatoria.
Quali patologie vertebrali possono essere trattate con la chirurgia robotica?
La lista delle patologie della colonna vertebrale (chiamata anche impropriamente spina dorsale) che possono essere trattate con la chirurgia robotica va allungandosi di anno in anno, man mano che cresce l’utilizzo del robot e che vengono messe a punto nuove tecniche. Una valutazione caso per caso può essere effettuata solo valutando le situazioni specifiche con gli specialisti: il neurochirurgo e il chirurgo vertebrale che operano utilizzando approcci e tecniche evoluti. È possibile però indicare a grandi linee alcune patologie ricorrenti per le quali la chirurgia robotica vertebrale ha già dimostrato la sua efficacia. Tra queste troviamo primariamente le seguenti.
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Ernia del disco.
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Stenosi del canale.
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Scoliosi degenerativa.
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Spondilolistesi.
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Spondiloartrosi.
Dove farsi operare in Italia con la chirurgia robotica spinale
L’introduzione della chirurgia robotica vertebrale è relativamente recente. L’approvazione della Food and Drug Administration americana al primo robot spinale risale al 2004. In Italia il primo robot è arrivato nel 2018, presso l’Humanitas Torino Fornaca, seguito poi da altri nove. Tra questi vi sono quello presso l’Humanitas San Pio X, a Milano (primo e unico attualmente in Lombardia), e quello presente nella Casa di Cura Rizzola, a San Donà di Piave (Venezia). Presso queste due note strutture di eccellenza nel campo della chirurgia spinale opera il dottor Giuseppe J. Sciarrone, neurochirurgo e chirurgo vertebrale, condirettore del Centro di Chirurgia Vertebrale Robotica dell’Humanitas di Milano, che ha già effettuato 10.000 interventi e che è attualmente in Europa tra i primi 5 neurochirurghi e chirurghi vertebrali per numero di interventi effettuati in chirurgia robotica.
La tua patologia può essere trattata
con la chirurgia robotica vertebrale?
Se la tua patologia è tra quelle elencate puoi essere un ottimo candidato per un intervento di chirurgia robotica spinale. Questo vale anche se, dopo aver ricevuto una diagnosi e un piano terapeutico che prevede un'operazione alla schiena, desideri una seconda opinione per valutare se la chirurgia robotica può essere d'aiuto nel tuo caso specifico.
Per saperne di più prenota una visita con il dottor Giuseppe J. Sciarrone, il neurochirurgo italiano che opera all’Humanitas San Pio X di Milano, alla Casa di Cura Rizzola a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, e alla casa di cura Pierangeli a Pescara, tra i migliori centri di eccellenza per la neurochirurgia e la chirurgia vertebrale in Italia.